“Il movimento è ormai diminuito. Non più file interminabili di
autocarri, di carri armati; motociclette che sfrecciano: scomparse. Anche degli
aerei se ne vedono sempre meno. Si vede bene che il fronte si è allontanato.
Oltre il Don, dicono.” (Brano tratto da E. Sacco “Oltre il Don. Un anno sulfronte orientale” – Marlin Editore)
E. Sacco - "Oltre il Don" Marlin Editore - Carri armati tedeschi verso il Caucaso |
La sera del 18 luglio 1942 il
Capitano Ferrari riceve a Charkov l’ordine di partire per Stalino, l’odierna
Donetsk. Dopo aver regalato il proprio letto alla padrona di casa, Erminio si
prepara alla partenza: trecento chilometri di strade inesistenti lo dividono da
Stalino. Si parte in camion alle 4 del mattino del 20 luglio verso Merefa. Da
qui la soluzione di trasporto più sicura e rapida è senza dubbio il treno che
tentennando malfermo sulla rotaia giunge a sera a Lozovaja. Si dorme nel
vagone.
“Il nostro vagone, stanotte alle 3 ha cominciato a muoversi. - Dove va?
Dove andiamo? “A Voroscilovgrad” Ha risposto una voce. Ma… Noi… Dobbiamo andare
a Stalino…! Scendere! Scendere di fretta prima che il treno sia troppo lontano
dalla stazione; e, col convoglio in moto, siamo scesi in piena campagna,
abbiamo buttato i nostri bagagli e siamo ritornati a Lozovaia. Sul tardo
mattino abbiamo imbroccato il treno buono per Jassonovataia” (Brano tratto da E.
Sacco “Oltre il Don. Un anno sul fronte orientale” – Marlin Editore)
E. Sacco - "Oltre il Don" Marlin Editore - Ponte sul Dnipro |
Un’altra notte trascorsa in
viaggio, dormendo nella stazione di Jassonovataia - sobborgo nell’oblast
di Stalino - all’interno di un carro bestiame. Con le ossa rotte il
Capitano Ferrari riprende il proprio viaggio con un mezzo di fortuna: un
autocarro italiano che gli offre un passaggio fino all’Intendenza dell’ArmIR di
Stalino, presso la quale arriva la sera del 23 luglio per ricevere subito l’ordine
di ripartire subito. Altri chilometri, altre strade e treni verso oriente.