lunedì 25 luglio 2016

[Oltre il Don] Il viaggio verso Stalino

“Il movimento è ormai diminuito. Non più file interminabili di autocarri, di carri armati; motociclette che sfrecciano: scomparse. Anche degli aerei se ne vedono sempre meno. Si vede bene che il fronte si è allontanato. Oltre il Don, dicono.” (Brano tratto da E. Sacco “Oltre il Don. Un anno sulfronte orientale” – Marlin Editore)

E. Sacco - "Oltre il Don" Marlin Editore - Carri armati tedeschi verso il Caucaso
La sera del 18 luglio 1942 il Capitano Ferrari riceve a Charkov l’ordine di partire per Stalino, l’odierna Donetsk. Dopo aver regalato il proprio letto alla padrona di casa, Erminio si prepara alla partenza: trecento chilometri di strade inesistenti lo dividono da Stalino. Si parte in camion alle 4 del mattino del 20 luglio verso Merefa. Da qui la soluzione di trasporto più sicura e rapida è senza dubbio il treno che tentennando malfermo sulla rotaia giunge a sera a Lozovaja. Si dorme nel vagone.

Il nostro vagone, stanotte alle 3 ha cominciato a muoversi. - Dove va? Dove andiamo? “A Voroscilovgrad” Ha risposto una voce. Ma… Noi… Dobbiamo andare a Stalino…! Scendere! Scendere di fretta prima che il treno sia troppo lontano dalla stazione; e, col convoglio in moto, siamo scesi in piena campagna, abbiamo buttato i nostri bagagli e siamo ritornati a Lozovaia. Sul tardo mattino abbiamo imbroccato il treno buono per Jassonovataia” (Brano tratto da E. Sacco “Oltre il Don. Un anno sul fronte orientale” – Marlin Editore)


E. Sacco - "Oltre il Don" Marlin Editore - Ponte sul Dnipro
Un’altra notte trascorsa in viaggio, dormendo nella stazione di Jassonovataia - sobborgo nell’oblast di Stalino - all’interno di un carro bestiame. Con le ossa rotte il Capitano Ferrari riprende il proprio viaggio con un mezzo di fortuna: un autocarro italiano che gli offre un passaggio fino all’Intendenza dell’ArmIR di Stalino, presso la quale arriva la sera del 23 luglio per ricevere subito l’ordine di ripartire subito. Altri chilometri, altre strade e treni verso oriente.

mercoledì 6 luglio 2016

[Oltre il Don] L'Armir e la situazione sul Donetsk

Le truppe italiane avanzano e con loro avanza l’estate. Il fronte si sposta sempre più a est, verso il Don, verso Stalingrado. Charkov, Stalino e molte altre città sono ormai completamente sotto il controllo delle forze dell’Asse, vengono bersagliate di meno dai bombardieri russi, concentrati su obiettivi più importanti: “I piloti russi si sono evidentemente esauriti. Ci hanno finalmente lasciati tranquilli tutta la notte.” (cfr. “Oltre il Don”, Marlin Editore). Scrive così il Capitano Ferrari nella pagine del suo diario, ai primi di luglio. Certo la situazione non è tranquilla, la guerra incombe come prima e nei frequenti spostamenti la tensione è sempre alta. A un anno dall'avvio la blitzkrieg tedesca avviata con l'operazione Barbarossa, può dirsi comunque fallita. I russi si stanno riorganizzando e la battaglia di Stalingrado segnerà l'inizio della fine per la campagna dell'Asse.

E. Sacco - "Oltre il Don" Marlin Editore - Isbe nella campagna ucraina
Ormai di base a Charkov, Erminio ha trovato una sistemazione presso una abitazione civile e nel diario racconta stralci di vita quotidiana della popolazione ucraina, narra dell'attività nei campi, le condizioni dei contadini, fotografa scorci di pura e semplice realtà. Ci parla della persona che li ospita: “Buona, gentile, generosa la vecchietta che abita la mia casetta. So oggi che mi ha ceduto l’ultima camera possibile della casa. Mi avrebbe dato anche un letto ma… Non l’aveva. Dormiva come dorme ora, per terra su un saccone di paglia. Quando vado via le regalerò il mio letto. Ora non posso darle che un po’ di pane. I due terzi della mia razione. Io non riesco a mangiare neanche quello che resta, non ho mai fame.” (cfr. “Oltre il Don”, Marlin Editore). 


E. Sacco - "Oltre il DonMarlin Editore - Treno ospedale nei pressi di Yassinovataja
La tensione e lo stress lo affliggono, causandogli dolori e inappetenza. Gli uomini del CSIR, reduci dal primo durissimo inverno, hanno atteso con impazienza l'arrivo delle truppe dell'ArmIR ma il rinforzo non sembra offrire i risultati sperati: divisioni di Alpini attrezzati per affrontare le montagne, con ramponi e corde, si trovano spiazzati dalla torrida estate ucraina e dalle pianure sconfinate. Già dalla partenza del CSIR, il generale Zingales a capo del Corpo di Spedizione, aveva sollevato il problema dei mezzi insufficienti e degli equipaggiamenti inadeguati purtuttavia ricevendo da Mussolini una sola risposta: "Generale, mi chieda soltanto medaglie al valore per i suoi uomini". Mentre l'estate avanza e con essa le truppe italiane, si prospettano ancora lunghi periodi di combattimento.